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Vendere e Comprare Una Barca Usata

VENDERE E COMPRARE UNA BARCA USATA




 

Come in ogni rapporto commerciale alla base di tutto ci deve essere grande correttezza delle due parti. E se la parte venditrice ha intenzione reale di vendere così come l’acquirente di comprare, difficilmente sorgono problemi.

Le prime grane infatti nascono quando l’acquirente non ha abbastanza denari e propone permute impossibili.

Oppure quando il venditore oltre al valore commerciale attribuisce alla barca un valore affettivo, che sicuramente ha, ma che non è vendibile. Sarà per lui da considerarsi come perdita. La barca per il mercato è una “cosa” un oggetto e ha un listino tutto suo, come per le auto, legato al modello, all’anno di immatricolazione, alle manutenzioni, all’uso fatto, ai passaggi di proprietà precedenti, e via dicendo per una lunga lista di variabili. È infatti innegabile che a parità di modello e di anno di immatricolazione, una barca usata solo d’estate sul lago, avrà una valutazione superiore di una usata per charter in Grecia o Sardegna, (notoriamente ventose) solo per fare un esempio.

Il primo passo per il venditore è quello di preparare la barca. Difficilmente sarà vendibile una barca sporca, con le batterie a terra e colature di ruggine, motori fumosi ecc...

Quindi, olio di gomito o mani al portafoglio, preparatela per bene, lavatela, lucidatela, fate girare il motore, uscite, manovrate, così non avrete sorprese in sede di prova in acqua. La pulizia deve essere di fino, sentine e motore compresi. Poi preparate una bella scheda con tutti i dati, supportata da una serie di fotografie - anche dei particolari – e, con questa cartelletta rivolgetevi a qualche broker se non volete gestirvela da soli.

Ma come stabilire un valore reale? Si parte dal prezzo di acquisto e si confronta con pari modelli sul mercato dell’usato, si aggiungono o si decurtano accessori montati o sbarcati, si paragonano le ore motore, si producono le fatture dei lavori di manutenzione fino ad ottenere un valore, in genere congruo.

Ma che succede quando la barca è un modello particolare o che non compare nei listini o sul mercato dell’usato? Che ne so, magari una barca d’epoca, oppure solo una barca vecchissima che il venditore vuol far passare per barca d’epoca... Allora sarà il caso di incaricare un esperto per una perizia professionale.  

Una perizia fatta da un professionista è l’unico mezzo per ottenere un valore certo che sia svincolato, come detto, da sentimentalismi o romanticismi che esulano dal contratto.

Una perizia valutativa può costare dai 600 euro in su in base agli esami che vogliamo fare alla barca e alla dimensione della stessa. Infatti se l’imbarcazione è datata, e l’investimento importante, non ci si accontenterà di una prova in mare, ma sarà necessario periziarla anche a terra e talvolta con attrezzature di precisione come termografia, carotaggi e via dicendo, per avere un quadro completo e reale delle condizioni dello scafo e della coperta. Purtroppo (per entrambe le parti) spesso su barche vecchie la perizia evidenzia problemi di umidità e/o di osmosi che ad occhio nudo erano invisibili e che fanno fuggire il potenziale acquirente o fanno arrossire il venditore (che spesso è in buona fede). Ora io dico che è normale che una barca di 10 o più anni abbia delle zone di umidità fuori dai parametri base, soprattutto in zone soggette a sollecitazioni, appendici, fori passanti, timoni, bulbi – se è a vela-. È ovvio che si sta trattando una barca USATA e l’acquirente non può sperare di trovarla nuova. Ed è anche vero che barche con tassi di umidità fuori dai parametri navigano ancora bene e non hanno problemi di altro tipo, ma ovviamente la relazione di una perizia può sorprendere entrambe le parti.

Chi paga la perizia? Dipende dal rapporto tra le due parti. Si potrebbe scegliere di comune accordo un perito, oppure, come spesso accade, il venditore ne sceglie uno e l’acquirente un altro e ognuno si paga il suo. Questo caso è alla fine la soluzione migliore perché non dà adito a sospetti.

Una volta stabilito il valore si può procedere alla vendita vera e propria redigendo un contratto che potete scaricare ovunque. A cosa stare attenti?

Intanto ai denari in arrivo che siano veri. Cioè non accettate assegni di conto corrente ma solo circolari oppure bonifici. Poi ricordate che la legge in Italia tutela molto di più l’acquirente che non il venditore (in giurisprudenza la parte più debole) e quindi siete voi che dovete blindarvi per non prendere fregature.
Se non volete perdere tempo con infinite ed estenuanti trattative, con la selezione della clientela, con telefonate e mail ad ogni ora e in ogni lingua, se non avete voglia di imbarcarvi in documenti da produrre o fotocopiare, capitaneria di porto ecc... fate fare tutto ad un broker, serio, iscritto all’albo e presente in zona.
Incasserete meno? Sicuramente, ma avrete tutti i week end liberi! Dipende da voi.



 

Marco Scanu, diplomato al nautico, conduttore imbarcazioni, si occupa di comunicazione soprattutto in campo nautico.



  • Pubblicato il
  • 09/12/2020

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