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CORSO VELA: Capitolo 4

IL VENTO E LE BREZZE


 



Potremo riassumere in pochi paragrafi le questioni riguardanti il vento e le brezze, in quanto, contrariamente a ciò che pensate, non è richiesta una cultura approfondita in materia per veleggiare sottocosta. Ad ogni modo è utile senza dubbio avere una certa infarinatura. 
Potremmo descrivere il vento come "aria in movimento". Le cause che lo generano vanno ricercate nella differenza di temperatura (quindi di peso o pressione) tra due masse d'aria.

 


 

Le brezze.

Sono valide in questa descrizione, le considerazioni fatte pocanzi per il vento. Vorremo però circoscrivere il generarsi delle brezze, allo scambio termico tra la terraferma ed il mare (la brezza è tipica delle coste).
Come avviene questo scambio?
Durante il giorno, il sole scalda la terraferma e l'aria calda così prodotta, essendo più leggera, si solleva. A questo punto, l'aria più fresca e pesante del mare, si "intrufola", per così dire, sotto queste masse di aria calda. Ciò avviene nella maggior parte dei casi, con una puntualità sorprendente e raggiunge il suo valore massimo poco dopo che il sole giunge nello zenith, cioè nel momento più caldo della giornata. L'intensità di questa brezza, chiamata di mare, crescerà con l'aumentare della temperatura.


 
Per esempio: cielo velato o poco nuvoloso, scarsa irradiazione solare, brezza debole, (esiguo scambio termico); caso opposto: cielo terso, massima irradiazione, brezza tesa. Cielo coperto o pioggia: in genere, assenza di vento (non c'è scambio termico tra mare e terra).
Stiamo ovviamente parlando di tempo atmosferico sulla costa, in estate e quindi con assenza di perturbazioni di vasto raggio.
 
Nelle località molto soleggiate, questa brezza può raggiungere e talvolta superare i 20 nodi di velocità (circa 36 Km/h), cioè un vento di tutto rispetto.
Di notte, le cose si invertono per lo stesso principio di scambio: il mare conserva meglio il calore rispetto  alla terraferma e rimane quindi più caldo e più a lungo. Così, l'aria più fresca proveniente dalla terra, si dirige verso il mare. In ogni caso la brezza di terra, così si chiama, ha una durata ed un'intensità molto inferiori.
 
Come potremmo distinguere una brezza termica da un vento vero e proprio, originato da qualche perturbazione?
Ci sono alcuni parametri e sono:
 
1) La Durata:
La brezza di mare si alza a tarda mattina (pigrona) e cala col calar del sole; quindi di notte non c'è (o se c'è ha direzione opposta)
 
2) L'intensità:
In genere non supera mai i 20 nodi.
 
3) La zona interessata:
Le brezze non si spingono mai all'interno oltre i 20 km o qualche miglio verso il largo. Interessano solo la fascia costiera poiché proprio da essa sono generate.
 
Quando invece è presente il vento vero e proprio (originato dallo stesso principio fisico di scambio ma su proporzioni vastissime), non ha confini così limitati (soffia infatti anche nell'entroterra) nè durata oraria (tiene la  stessa direzione sia di giorno che di notte) anche se, in alcuni casi, la concomitanza di una giornata senza nuvole, lo fa aumentare di intensità.
 
Tutto quelle che abbiamo enunciato sono comunque regole di massima, in quanto in meteorologia imparerete (talvolta a vostre spese) che non esistono certezze ma solo previsioni generali.
Qualcuna la possiamo anche imparare:
Se la pressione atmosferica aumenta è in arrivo bel tempo e viceversa.
Se il vento ruota in senso orario, si prevede un miglioramento; peggiorerà nel caso opposto (se avete un orologio digitale, peggio per voi).
Di notte, se la luna ha un alone, è in arrivo un fronte caldo e umido e quindi il tempo peggiorerà.
Se invece le stelle sono particolarmente brillanti (romantici..) aspettatevi un forte vento di terra.
Ripeto, anche in queste previsioni ad occhio, non c’è niente di sicuro, ma solo discrete possibilità.
Tutto questo, ovviamente, è valido per il bacino Mediterraneo.
 
Ma ora che avete capito quasi tutto sul vento, come fare a misurarne l’intensità?
 
A questo proposito è stato creato uno strumento adatto chiamato anemometro (anemos=vento).
E' vero che in presenza di questi ausili, la lettura dell'intensità del vento risulta facile, ma è anche vero che non disporremo di nessun anemometro a bordo di  piccole derive.
E allora? Come regolarsi?
 
Una indicazione abbastanza significativa l'avremo con "l'occhiometro", quindi ad occhio, applicando la scala di seguito riportata chiamata di Beaufort, dello stato del vento e del mare.
Per carità, non dovete impararla a memoria ma, con il tempo e l'esperienza, grazie a quest'aiuto sarete in grado di azzeccare l'intensità del vento con sufficiente precisione.

 

SCALA BEAUFORT

DESCRIZIONE

VELOCITÀ DEL VENTO

0

Calma

0-1

1

Bava di vento

2-5

2

Brezze leggera

6-11

3

Brezza

12-19

4

Brezza vivace

20-28

5

Brezza tesa

29-38

6

Vento fresco

39-49

7

Vento forte

50-61

8

Burrasca moderata

62-74

9

Burrasca forte

75-88

10

Tempesta

89-102

11

Fortunale

103-117

12

Uragano

>117



Prima di ogni uscita, va da sé che dovrete controllare il meteo.
Questi siti sono molto consultati dai velisti: 

www.windguru.cz
it.windfinder.com


 

Vento di mare e vento di terra.

Vogliamo ora ricordare che, a parità di intensità di vento, e di velocità quindi, il vento proveniente dal mare genererà più onde (le famose ochette bianche) rispetto a quello che proviene da terra. Questo, per il semplice motivo che il vento proveniente dal mare, ha una distanza maggiore a disposizione per agire sulla superficie dell'acqua e quindi formare onde. (Distanza chiamata Fetch).

A
 
B

Se ci trovassimo a navigare alla stessa distanza dalla costa con la velocità del vento uguale, nel caso riportato nel dis. A, avremo molte più onde e più alte che si dirigeranno a terra rispetto al secondo caso, col vento che invece proviene da terra. Se ci trovassimo a navigare alla stessa distanza dalla costa con la velocità del vento uguale, nel caso riportato nel dis. A, avremo molte più onde e più alte che si dirigeranno a terra rispetto al secondo caso, col vento che invece proviene da terra.

Attenzione quindi! Non fatevi ingannare dallo stato del mare nel giudicare l'intensità del vento. Un mare calmo, piatto, blu scuro, può essere proprio il risultato di un forte vento di terra!
Rimane ora da chiarire solo la direzione di provenienza del vento rispetto ai punti cardinali e imparare il rispettivo nome. Forse rimarrete affascinati ascoltando qualcuno che parla di Maestrale e di Libeccio o Scirocco con grande padronanza.
Non è poi così difficile, non stupiamoci più di tanto.
 
Prendiamo in esame due aspetti fondamentali:
1) I venti del Mediterraneo prendono il nome dalla loro direzione rispetto all'isola di Creta. Quindi, fermo restando i 4 venti dei 4 punti cardinali principali cioè Nord = Tramontana; Sud = Ostro o Mezzogiorno; Est = Levante; Ovest = Ponente, avremo per i punti intermedi (intercardinali) : N.E. = Grecale (Grecia); S.E. = Scirocco (Siria); S.W. = Libeccio (Libia); N.W. = Maestrale (Magistero - Roma ), proprio in relazione alla loro provenienza rispetto all'isola di Creta: Facile, no?
 
2) Come riconoscere il punto cardinale di provenienza (senza una bussola ovviamente). Facile anche questo. Il sole sorge ad Est. Se lo guardate mentre è ancora basso, alla vostra destra avrete il Sud; alla sinistra il Nord ed alle spalle ovviamente l'Ovest. Provate voi, ora. Se non volete alzarvi presto, guardate il prossimo tramonto (magari con qualcuno …): alla vostra destra avrete il Nord, dietro di voi l'Est, ed alla vostra sinistra il Sud. Non c'è da sbagliare.
 
Per ricordare tutto comunque, ecco la Rosa dei Venti con i nomi e le direzioni dei venti del Mediterraneo.

 


 

Sai rispondere?  

  • Come si forma il vento?

  • Cosa lo distingue da una brezza?

  • Come fare una previsione locale?

  • Cos'è la "Scala Beaufort"?

  • Perchè il vento di mare genera più onda?

  • Come puoi trovare ad esempio la direzione Sud- Ovest?  Che vento vi proviene?

  • Ricordi i nomi dei venti?


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Marco Scanu, diplomato al nautico, conduttore imbarcazioni, si occupa di comunicazione soprattutto in campo nautico.

 



  • Pubblicato il
  • 02/04/2019

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