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La scelta del miglior tender: guida all'acquisto e tendenze 2024



Il tender nasce come battellino di servizio per collegare alla terraferma la nostra barca quando non siamo in porto, oppure, in porto per esempio, quando il market è lontano anni luce dal nostro ormeggio.

In effetti, oltre a questo, con una più rigida legislazione sulla navigazione intorno alle coste si è assistito, soprattutto nei parchi marini, ad un vero e proprio sbarramento di boe, corsie, rade superaffollate che rendono quasi impossibile l’avvicinamento con la nostra barca. Rinunciare?

Forse si può rinunciare qualche volta ma non sempre se no, perché ci siamo comprati la barca?

Ecco che in aiuto arriva il nostro tender che, magari in due viaggi, può portare i nostri amici e la famiglia direttamente proprio su quell’acqua turchese o quella sabbia candida.

Per piccole esplorazioni, spiaggiamenti, utilizzato come carrello per spesa o immondizia, come traino della barca in panne, insomma un buon tender a bordo è indispensabile per goderci veramente la vacanza in tutta sicurezza.

Quali criteri seguire per l’acquisto del miglior tender?

Come prima valutazione: la dimensione.
Se abbiamo una barca di 9 metri non ha senso, anzi è deleterio, acquistare un tender da tre metri che non sapreste dove riporre.

Seconda valutazione: Tipologia consueta di navigazione.
Se uscite solo nel week end per fare il bagno dietro il promontorio accanto al porto, o se siete invece navi-gatori che stanno via dei mesi, avrete sicuramente esigenze differenti.
Successivamente a questi criteri dovreste quindi valutare il materiale e la tipologia del tender.

Le tipologie di tender

Ve ne sono di diversi tipi:
  1. Tender gonfiabili con pagliolato listellato in legno o materiale plastico. Piccoli e utili per la loro peculiarità di essere sgonfiati e riposti in un gavone.
  2. Tender gonfiabili con pagliolato pneumatico. Oltre al vantaggio dello spazio ridotto di stivaggio, una volta sgonfiati, a differenza del modello con listelli, la carena pneumatica gli garantisce mag-giore rigidità e navigazione.
  3. Tender gonfiabili con pagliolato in alluminio. Altro step qualitativo, il pagiolato in alluminio garantisce rigidità e leggerezza oltre ad una robustezza maggiore.
  4. Tender gonfiabili semirigidi (carena in vetroresina) Ottima navigazione anche con vento e mare, peso im-portante, da soli non è facile issarli a bordo.
  5. Tender con chiglia in alluminio (leggerissimi, rigidi e robusti) Ultimo step per il top. La carena in al-luminio ha tutte le qualità di una in vetroresina ma un peso decisamente minore.
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Quali materiali scegliere per l'acquisto del tender migliore?

Per quanto riguarda i tubolari invece i materiali più usati sono, sostanzialmente, due:
  1. Il PVC (spalmato) di vari spessori, robusto e facilmente riparabile, più economico ma di assoluta affidabilità.
  2. L’HYPALON, è il tessuto con cui vengono fatti anche i grandi gommoni, raffinato e resistente agli agenti atmosferici, alla corrosione dei prodotti di pulizia e all’abrasione da strofinamento. Ma per il limitato uso di un tender probabilmente è superfluo spendere di più.
Per quanto riguarda le misure, si va dai 1,5 metri fino oltre ai 3,5.

Altro elemento da non sottovalutare è il peso, come detto, perché anche se il tender nasce come accessorio sgonfiabile da riporre in qualche gavone (in genere a poppa), quasi sempre per pigrizia lo si lascia gonfio e pronto all’uso con relativo ingombro in coperta (a meno che a poppa – se barca a motore – non sia prevista una sella, un piccolo invaso dove appoggiarlo in navigazione).

Per le barche a vela di dimensioni medio piccole, il tender invece è un bel grattacapo, non sai dove metterlo, la coperta serve sgombra per le manovre… insomma in genere si ripone rovesciato sul ponte a centro barca quindi solitamente si opta per un modello medio-piccolo con pagliolato a stecche o gonfiabile, mentre su barche più grandi si può optare per i modelli con pagliolato in alluminio o carena in VTR o per i nuovi modelli di tender con carena in Alluminio.

Se si opta per dei Tender a chiglia in VTR di un peso che possa essere di 50/60kg, se non è possibile un appoggio agevole in coperta o che lo dobbiate issare a bordo potete optare su due soluzioni:
  1. Acquistare e installare a poppa delle gruette in tubolare inox che con un opportuno paranco demoltiplicatore permettono un’issata agevole nonché un fissaggio discreto (rimane appeso a poppa)
  2. Usare il boma e il paranco scotta della randa a mo’ di bigo di carico e issarlo a centro barca come detto sopra.

Come mantenere pulito il tender

Ecco quindi un altro motivo per cui occorre valutare quale tender sia meglio acquistare in base alle proprie esigenze. In conclusione, come detto, se non vogliamo perdere prezioso tempo della vacanza con spazzola e detersivo, conviene tenere pulito il tender (in genere bianco per motivi facilmente intuibili) con una risciacquata dopo l’uso o una lavata con apposito detergente per eliminare le immancabili zampate di scarpa (le stesse scarpe che si usano in barca non devono essere quelle con le quali si va a fare la spesa in porto, ma non tutti rispettano questa regola).

Quindi risciacquo, spugna, un prodotto per la pulizia del gommone idoneo e poi una protezione per il sole. Ultimo accorgimento: piuttosto che lasciarlo alle intemperie sarà preferibile coprire il vostro tender con un telo per barche, sia durante le navigazioni che durante le lunghe soste tra un’uscita e l’altra.

Marco Scanu, diplomato al nautico, conduttore imbarcazioni, si occupa di comunicazione soprattutto in campo nautico.

  • Pubblicato il
  • 08/05/2024

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