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I Giubbotti di Salvataggio Omologati

Può capitare che la nostra amata barca resti abbandonata o bloccata in banchina o in cantiere per cause di forza maggiore e - a volte - per lunghi periodi (come è capitato, nella primavera 2020 a causa del COVID-19). Se succede, ci ritroveremo, nella migliore delle ipotesi, all’inizio della bella stagione con una serie di lavori da fare in fretta per non bruciare completamente la stagione.

Una attenzione particolare è quella relativa alle dotazioni di sicurezza, spesso dimenticate in stipetti e gavoni e lasciate lì sino alla scadenza.

Una dotazione obbligatoria ovvia è quella relativa ai giubbotti di salvataggio.

La materia è regolamentata seriamente ed è quella che risponde alla normativa ISO 12402.

Questa vale per le navigazioni in Italia, per l’estero è meglio documentarsi prima per non incorrere in spiacevoli conseguenze in termini di controlli e/o sanzioni. E la materia varia da nazione a nazione.

Il giubbotto di salvataggio, lo dice il nome, svolge la vitale funzione di mantenere in vita il naufrago sino al recupero. O meglio, serve a tenerlo a galla e permettergli di respirare anche se privo di sensi.

Le prime due differenze riguardano i materiali e la tipologia. Ci sono quelli autogonfiabili e quelli a galleggiabilità permanente (con schiuma di poliuretano)

Tra quelli non autogonfiabili distinguiamo due gruppi: quelli a corpetto e quelli a stola. Quelli a stola sono per intenderci come quelli della Tirrenia e sono di derivazione mercantile.

Sono costituiti da tre pani di polistirolo a cellule chiuse racchiusi in un involucro di tessuto poliestere. Sono rigidi, ingombranti, scomodi ma sono economici ed omologati e se non volete spendere troppo vanno bene.

giubbotti di salvataggio a corpetto, invece, a fronte di qualche euro in più, sono morbidi, tengono caldo e riparano da eventuali colpi (a vela per esempio) e sono anche esteticamente gradevoli.

Le caratteristiche tecniche sono indicate dalla targhetta interna che deve riportare la scritta CE e il numero dei Newton. I Newton sono la capacità di spinta al galleggiamento, 10 Newton equivalgono a una spinta di 1 kg.

Vi sono 4 categorie di spinta:

  • Quelli da 50 Newton (chiamati “aiuti al galleggiamento”) adatti per Windsurf, SUP, Canoe, Kite, quindi per attività ricreative e sportive e per navigazioni brevi sottocosta.
  • Quelli da 100 N che si definiscono già giubbotti di salvataggio e sono adatti a navigazioni entro le 6 miglia.
  • Quelli da 150 N per navigazioni oltre le 6 miglia dalla costa
  • Quelli da 275 N per navigazioni d’altura senza limiti.

 
Altro discorso è quello relativo al giubbotto di salvataggio autogonfiabile. Recentemente, questa tipologia si è evoluti molto nei materiali e nella tecnologia, abbassando sensibilmente i costi e rendendosi accessibile a tutti i diportisti. Si tratta di un giubbotto a stola, indossato cioè sul collo e adagiato lungo il petto e fissato con apposite ritenute sottocoscia e dorsali.

È leggero, poco ingombrante e potete indossarlo sempre, senza fastidio. Andrebbe altresì usato da tutti i lavoratori vicino a specchi acquei.

Si tratta di un involucro in tessuto di poliestere spalmato internamente con PVC o contenente una sacca in PVC che viene gonfiata in maniera automatica non appena si cade in acqua. Una pastiglia di sale si scioglie in pochi secondi e dà il consenso ad una bomboletta di CO2 che in pochi ulteriori istanti gonfia il giubbotto.

In alternativa, ma anche in aggiunta in alcuni modelli, esiste la versione con maniglietta a strappo da azionare manualmente quando si cade (meglio non essere privi di sensi) o da gonfiare a fiato con apposito tubo in gomma, come quelli degli aerei per intenderci.

La nostra gamma è ricchissima e comprende i migliori brand del mercato:

Tutti i nostri prodotti sono di altissima qualità e omologati per le diverse caratteristiche di navigazione. La tecnologia applicata per i voli aerei viene prestata anche alla nautica, ecco quindi un giubbotto di salvataggio autogonfiabile intelligente adatto a qualsiasi tipo di navigazione.

In ogni caso, al momento dell’acquisto, fatevi consigliare dal negoziante che saprà farvi una consulenza mirata.

La manutenzione è molto semplice per tutti i modelli NON autogonfiabili. Si sciacquano con acqua dolce e si ripongono asciutti.

Quelli autogonfiabili invece, oltre al lavaggio costante, non solo hanno bisogno di una sostituzione della carica di CO2 qualora si fosse usato, ma sono soggetti a revisione come tutti i presidi autogonfiabili.

Per tutti vale l’accortezza di non lasciarli inutilmente al sole. Come sapete, i raggi UV sono terribili per tutti i materiali di poliestere, giubbotti compresi. Metteteli al riparo in un gavone a portata di mano.


Marco Scanu, diplomato al nautico, conduttore imbarcazioni, si occupa di comunicazione soprattutto in campo nautico.

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